Salvatore Negro: “La pittura “colta” di Nicola Fioretti”
La pittura “colta” di Nicola Fioretti, artista civitanovese dal respriro Internazionale
E’ con estremo piacere che torno a parlare del noto pittore e amico Nicola Fioretti, una figura fondamentale e imprescindibile dell’arte civitanovese contemporanea, un artista che nonostante il suo lungo percorso artistico (ha compiuto da poco gli ottanta anni) ha ancora la passione per la ricerca e la sperimentazione tipica di un neofita. La sua storia umana è quella di chi si pone nei confronti dell’arte con spirito critico e umile e si muove nel presentare se stesso e le sue opere con passi delicati e lievi.
L’occasione è stata l’ultima visita che ho fatto a Nicola nel suo studio durante la quale abbiamo ripercorso alcune delle sue tappe artistiche fondamentali rivedendo sia i primi particolari disegni del 1969, lavori primordiali che avevano dei prodomi e delle tematiche che lasciavano intendere il brillante esito delle successive e ben più mature opere. Abbiamo rivisto alcuni splendidi lavori degli anni 70 (alcuni dei quali quasi riscoperti casualmente in questi ultimi giorni) pervasi da figure fortemente scavate nella carta dove la pittura si avvicina molto alla scultura e dove i verdi, i rossi e i neri si fondono quasi a creare un effetto tridimensionale. Successivamente abbiamo commentato le opere dedicate alla danza e alla musica che sono a compimento di un viaggio dove la personalità forte (ma garbata) di Fioretti prende forma e si realizza in espressioni uniche e tenacemente personali.
Tutti gli incontri che ho avuto con Nicola in occasione di visite nel suo studio o di mostre nelle quali è stato protagonista sono sempre stati pervasi da un sano entusiasmo nel presentare le nuove opere e raccontare gli episodi che lo hanno visto protagonista sin dalla fine degli anni 60 di innumerevoli rassegne e soprattutto di fecondi incontri e confronti con artisti, scrittori e critici.
Da ricordare l’incontro con il grande futurista maceratese Ivo Pannaggi, che ha recensito positivamente le opere del nostro in occasione di una delle sue mostre, incontro documentato da una nota autografa del 1979. La grande intesa con i pittori Sergio Cartechini e Pio Mariani, artisti ormai navigati dai quali l’allora giovane Nicola ha avuto occasione di confronto e apprendimento delle tecniche pittoriche. Ma l’arte di Fioretti non ha avuto alcuna influenza, si potrebbe definirlo un espressionista, un cubista, uno scultore della pittura o addirittura un astratto con riscontri figurativi ma Fioretti è soprattutto se stesso, unico, riconoscibile a distanza anche quando sperimenta paesaggi fatti di note musicali, di figure che si abbandonano in vortici di danza, stravaganti personaggi colti nell’atto del lavoro, della preghiera, dell’abbraccio della famiglia o del rifiuto cinico ed estremo della violenza nella società moderna.
Fioretti nel corso degli anni non si è mai fermato, compiacendosi del giudizio positivo della critica, delle belle recensioni del grande Davide Lajolo e di molte altre firme illustri ma ha continuato il confronto con il mondo contemporaneo. Ha avuto anche un vivace dibattito con i giovani artisti, si è aperto al giudizio del Web con un bellissimo sito a lui dedicato www.nicolafioretti.it (si consiglia a tutti di visitarlo) e con la pubblicazione in rete dei suoi ultimi lavori. Una delle recenti esposizioni che lo ha visto protagonista è stata il 25 Agosto 2016 presso la collegiata SS. Annunziata di San Ginesio (MC) in occasione dell’apertura della porta Santa nel cosiddetto “Giubileo degli artisti“ con alcune opere dedicate alla crocefissione e passione del cristo, tema storico del Fioretti.
Un capitolo a parte merita la ricerca che Nicola ha intrapreso nell’interpretare i movimenti della danza in omaggio del noto ballerino e coreografo civitanovese Enrico Cecchetti, grazie anche al sostegno della Prof.ssa Livia Brillarelli, una delle maggiori studiose della vita del coreografo. Le opere dedicate alla danza ricordano bizzarre figure che lievitano verso il cielo non volte verso la perfezione delle forme, ma guidate da un fuoco sacro, da un passionale vortice di movimento e luce.
A San Pietroburgo nel museo dedicato a Cecchetti, così come a Parigi al Centro Nazionale di Danza sono presenti alcune opere di Fioretti dedicate al coreografo e al suo metodo famoso in tutto il mondo soprattutto in Russia dove c’è un vero e proprio culto dell’illustre personaggio civitanovese.
Nel 2010 le opere di Fioretti sono approdate a New York in occasione del Concorso Internazionale di Danza “Youth America Grand Prix” e i suoi lavori decorano la scuola “J. Onassis” dell’American Ballet nonché gli studi privati dei maestri di danza di scuola cecchettiana Franco De Vita e Raymonds Lukens e la Cecchetti Society Classic Ballet di Londra.
C’è da ricordare qualche anno fa l’incontro con il noto fotografo Bengt Wanselius e la scrittrice americana Kathleen Tenniswood Powel che hanno visitato in occasione di un loro viaggio di lavoro nelle marche lo studio del Fioretti. Bengt Wanselius fotografo e collaboratore preferito del regista Ingmar Bergman presente a Civitanova per presentare una sua personale nell’ambito del festival “ Civitanova danza” è rimasto colpito delle opere di Nicola e si è congedato con una promessa (non semplicissima da realizzare) di organizzare a Stoccolma in un prossimo futuro una mostra del nostro artista.
Mi piace parlare infine di una tematica nuova ma toccante affrontata da Nicola Fioretti che ha presentato 6 opere dedicate al dramma del campo di concentramento di Auschwitz in occasione della giornata della memoria.
per non dimenticare gli orrori della guerra e della follia umana.
Nicola Fioretti in sintesi è un raro esempio di coerenza e stile, un esempio di un artista che ha sempre anteposto i gusti personali e la ricerca di una pittura raffinata e colta (anche se spesso di difficile interpretazione) piuttosto che ad opere pervase di un gusto facile per attirare consensi commerciali ma quasi sempre superficiali e fine a se stessi.
Civitanova M. li 01/12/16
Salvatore Negro